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fotovoltaico - impianto
13 Settembre 2024

Fine vita dei pannelli fotovoltaici incentivati, eliminati i limiti temporali per aderire ai sistemi collettivi

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge di conversione del decreto-legge 84/2024 (cosiddetto Terre Rare) e la sua entrata in vigore il 14 agosto scorso, sono state introdotte importanti novità sulla gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici incentivati.

L’articolo 9-bis, inserito nel corso dell’esame in Aula alla Camera in prima lettura, elimina di fatto ogni limite temporale per i soggetti responsabili che vorranno aderire a un sistema collettivo riconosciuto dal ministero dell’Ambiente per lo smaltimento dei propri pannelli fotovoltaici giunti a fine vita, in alternativa al regime di trattenuta operato dal Gestore dei servizi energetici (GSE): fino al 31 dicembre 2024, i soggetti responsabili che vorranno esercitare questa opzione, potranno comunicare in ogni momento l’adesione a un consorzio; mentre a partire dal 1° gennaio 2025, il GSE sarà tenuto a prevedere, nell’ambito delle istruzioni operative sulla gestione dei pannelli fotovoltaici, due finestre temporali annuali di durata pari a 60 giorni, entro le quali i soggetti responsabili degli impianti potranno comunicare al Gestore stesso la scelta di partecipare a un sistema collettivo. Le procedure di invio della documentazione di adesione ai sistemi collettivi saranno indicate nelle stesse istruzioni operative.

L’articolo specifica che per la vigilanza e il controllo sulle attività dei sistemi collettivi che gestiscono rifiuti di pannelli fotovoltaici, i ministeri competenti (ministero dell’Ambiente-MASE e ministero delle Imprese-MIMIT) possono avvalersi del GSE. 

È  possibile consultare il testo completo del decreto legge al seguente link: decreto legge 84/2024.

audizione Luigi Zen foto
3 Luglio 2024

Terre rare, Consorzio Eco-PV: urgente potenziare la filiera del riciclo dei pannelli fotovoltaici

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Roma, 3 luglio 2024 – “Tra il 2005 e il 2013 sono stati installati circa 84 milioni di moduli fotovoltaici incentivati in Conto Energia, per un totale di 1.680.000 tonnellate di materiali potenzialmente recuperabili. Con le tecnologie di riciclo attuali possiamo ottenere circa 1.210.000 tonnellate di vetro ad alta trasparenza, 202.000 tonnellate di alluminio, 50.000 tonnellate di silicio e 8.400 tonnellate di rame”. Il grande potenziale in termini di recupero di materie prime rappresentato dai pannelli fotovoltaici è stato al centro dell’audizione di Luigi Zen, direttore tecnico del Consorzio Eco-PV, che si è svolta ieri pomeriggio presso la commissione Attività produttive della Camera nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto cosiddetto “terre rare”.

Il recupero delle materie prime è realizzabile in queste quantità, ha rilevato Zen, solo in presenza di una filiera del riciclo consolidata ed efficiente, che favorisca l’economia circolare e garantisca la piena tutela dell’ambiente e della salute pubblica, rappresentata in Italia dai Sistemi Collettivi riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente, cui il Legislatore ha infatti conferito un ruolo centrale modificando nel corso degli anni le norme di riferimento.

Il Consorzio, cui sono iscritti 3 milioni e 200mila pannelli, ha avanzato tre richieste al Parlamento e al Governo, con l’obiettivo di migliorare il sistema di riciclo delle materie strategiche e centrare così uno degli obiettivi dell’economica circolare:

  • Intensificare i controlli sui Consorzi e lungo tutta la filiera del riciclo.
  • Aggiornare le Istruzioni operative del GSE rendendole estremamente puntuali e aderenti al corpus normativo in vigore, per non lasciare spazio a interpretazioni soggettive e sventare condotte illecite.
  • Rafforzare la campagna informativa del GSE rivolta ai soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici.

“In questa fase di rapidissima transizione energetica,” ha affermato Zen, “è fondamentale coniugare gli obiettivi dell’economia circolare con la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. I Sistemi Collettivi sono pronti a svolgere un ruolo decisivo, ma serve un impegno congiunto di Istituzioni, operatori e proprietari degli impianti.”

Eco-PV ribadisce il proprio impegno a collaborare con le Istituzioni e tutti gli attori del settore per rafforzare la filiera del riciclo e massimizzare il recupero di materiali strategici, contribuendo così agli obiettivi di sostenibilità e indipendenza strategica del Paese in un momento cruciale per la transizione energetica.

Fondato nel 2013 come sistema volontario per la gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici incentivati, Eco-PV è ora un Consorzio riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).

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8 Febbraio 2024

In vigore da oggi il DL sicurezza energetica: le novità sui RAEE fotovoltaici

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La somma trattenuta dal Gestore dei servizi energetici ai soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici a garanzia della corretta gestione del fine vita dei RAEE fotovoltaici è pari al doppio di quella determinata sulla base dei costi medi di adesione ai consorzi o sistemi collettivi di gestione dei RAEE riconosciuti dal ministero dell’Ambiente e dello stesso importo per tutti i meccanismi incentivanti individuati dai Conti Energia. A stabilirlo, l’articolo 4-ter del decreto legge sulla sicurezza energetica che, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, è entrato in vigore l’8 febbraio. La norma è stata introdotta con un emendamento che modifica l’articolo 40, comma 3 del decreto legislativo 49 del 2014, approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera.

Il provvedimento, che contiene norme in materia di rinnovabili, infrastrutture e rifiuti, dispone anche che il GSE svolga un’attività di monitoraggio relativa al numero di adesioni ai consorzi e ai sistemi collettivi, al numero di pannelli gestiti o smaltiti, ai costi medi di adesione ai consorzi e ai costi determinati dai sistemi collettivi di gestione dei RAEE riconosciuti.

Ancora, il testo dispone che la documentazione di adesione a un sistema collettivo deve comprendere l’elenco dei numeri di matricola dei moduli fotovoltaici installati nell’impianto. Il Gestore aggiornerà l’elenco dei numeri di matricola registrati nella propria banca dati con quello presentato dal soggetto responsabile e comunicato al sistema collettivo prescelto. In caso di non completa corrispondenza dei numeri di matricola non si applicano le sanzioni in materia di incentivi: resta l’obbligo, per il soggetto responsabile, di comunicare al GSE gli interventi di manutenzione che comportano la sostituzione dei moduli fotovoltaici.

Infine, ciascun sistema collettivo di gestione è tenuto a iscriversi al Registro nazionale e a comunicare l’indicazione dei soggetti responsabili che hanno prestato la garanzia finanziaria nel trust di uno dei sistemi collettivi riconosciuti. I sistemi collettivi comunicano annualmente al Comitato di vigilanza e di controllo, per conto di tutti i produttori aderenti e dei soggetti responsabili che hanno prestato la garanzia finanziaria nel trust, i dati relativi al peso delle apparecchiature elettriche ed elettroniche raccolte insieme al valore in potenza degli impianti fotovoltaici che hanno prestato la garanzia finanziaria nel Trust.

Consulta qui il testo del decreto legge.

fotovoltaico
27 Ottobre 2023

RAEE fotovoltaici: aggiornate le istruzioni operative del GSE

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Sono state aggiornate dal Gestore dei servizi energetici le “Istruzioni Operative per la gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici degli impianti incentivati in Conto Energia“. 

Le istruzioni includono le novità introdotte dal Decreto Legge di attuazione del PNRR (41/2023) che ha previsto la possibilità, per i Soggetti Responsabili, di rateizzare in cinque anni la quota da versare nel Trust di un Sistema Collettivo, come il Consorzio Eco-PV, qualora vi aderiscano entro il 30 giugno 2024, opzione prevista in alternativa al regime di trattenuta del GSE. Le nuove linee guida, molto attese dalla filiera, forniscono ai Soggetti Responsabili degli impianti i dovuti chiarimenti sull’attuale quadro regolatorio e sulle possibilità a loro disposizione per adempiere all’obbligo della corretta gestione dei moduli giunti a fine vita, con ricadute molto positive su un comparto dell’economia circolare ormai di grande importanza e che richiede cura e attenzione a causa del suo impatto sull’ambiente e sulla salute.

Inseriti rateizzazione e termine di iscrizione ai Sistemi Collettivi entro giugno 2024 

Il comunicato stampa del GSE che annuncia la pubblicazione delle istruzioni ha ricordato ai soggetti responsabili che il termine ultimo per aderire a un Sistema Collettivo qualificato è il 30 giugno 2024. Qualora invece non intendano aderirvi, sarà il Gestore a trattenere le quote a garanzia. A questo proposito, la nota ha fatto presente ai soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati secondo il Conto Energia che “sono state riavviate le attività propedeutiche per il trattenimento delle quote a garanzia per coloro che non provvedano all’adesione al Sistema Collettivo” ovvero, come specificato nella pagina dedicata sul sito del Gestore, 10 euro per ogni modulo per tutte le fattispecie di impianto, sia domestico che professionale, quota che rimane invariata qualora i soggetti responsabili optino per l’iscrizione a un sistema collettivo. 

Di prossima apertura un portale di informazione

Ancora, il GSE ha annunciato che è al lavoro per aprire una sezione apposita sul proprio portale dove “verranno pubblicate le principali informazioni sull’ammontare delle quote a garanzia in corso di trattenimento, finalizzate ad assicurare la copertura dei costi di gestione dei RAEE che derivano dagli impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia”. Infine, ha annunciato l’avvio di un “confronto tecnico specialistico sull’implementazione della disciplina dei RAEE che derivano dai pannelli fotovoltaici con i principali attori del sistema e con le altre istituzioni nazionali preposte a questa attività”. Tra gli obiettivi, lo scambio di dati e informazioni e l’aggiornamento del quadro normativo di riferimento.

Riavviate attività per il trattenimento della garanzia

Quanto alle principali novità apportate alle istruzioni operative, i soggetti responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati (per i quali era già prevista l’adesione a un sistema collettivo) dovranno adeguare la garanzia finanziaria, già versata dal produttore dei moduli fotovoltaici al Consorzio, all’importo della trattenuta stabilita dal GSE pari a 10 € per ogni singolo modulo. Se i soggetti non rispettano le modalità e le tempistiche dettate, il Gestore procederà ad avviare il processo di trattenimento delle quote a garanzia. Il GSE tratterrà la quota dalle tariffe incentivanti differenziando in base alla tipologia del pannello fotovoltaico: per il pannello professionale (installato in impianti con potenza ≥10 kW), il GSE trattiene la quota a partire dall’undicesimo anno di vita dell’impianto e per una durata di dieci anni; per quanto riguarda il pannello domestico (installato in impianti con potenza <10 kW), il GSE trattiene la quota una tantum a valere sulla prima erogazione dell’anno relativa al quindicesimo anno di incentivazione.

Invariata la normativa revamping

La casistica del revamping, ovvero la sostituzione dei moduli fotovoltaici di un impianto, è rimasta uguale rispetto alle istruzioni GSE dell’agosto 2022: nel caso sia totale, il Gestore non tratterrà le quote “purché il Soggetto Responsabile dimostri l’avvenuto corretto smaltimento dei moduli sostituiti, oppure – nel caso di sostituzione in garanzia – fornisca documentazione rilasciata dall’azienda produttrice attestante l’avvenuto ritiro in garanzia dei componenti e dimostri di aver ottemperato alle disposizioni previste per la gestione del fine vita dei nuovi pannelli”. Se parziale, il Gestore trattiene le quote a garanzia esclusivamente con riferimento alla metà dei moduli installati presso l’impianto alla data di entrata in esercizio dello stesso, purché si rispettino determinate condizioni specificate nella normativa.

RAEE
7 Settembre 2023

Rifiuti elettronici: una sfida ecologica per l’UE

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I rifiuti elettronici, in crescita costante all’interno dell’Unione Europea, costituiscono una sfida crescente per l’ambiente. Sorprendentemente, meno del 40% di tali rifiuti viene attualmente riciclato. Pertanto, è chiara la necessità di affrontare la gestione dei rifiuti elettronici in modo più sostenibile al fine di ridurne l’impatto ambientale e promuovere un futuro più ecologico. I rifiuti elettrici ed elettronici comprendono un’ampia gamma di prodotti, dai grandi elettrodomestici come lavatrici, frigoriferi e stufe elettriche, fino ai dispositivi informatici come pc, smartphone e tablet, passando per i piccoli elettrodomestici come aspirapolvere e tostapane. In questa categoria rientrano anche apparecchiature di consumo come videocamere e lampade fluorescenti, oltre a pannelli fotovoltaici e dispositivi medici.

L’importanza di una gestione adeguata dei rifiuti RAEE

Le pratiche di riciclo dei rifiuti elettronici variano notevolmente tra gli Stati Membri. Nel 2017, ad esempio, la Croazia ha raggiunto un tasso di riciclo dell’81,3%, mentre Malta ha registrato solamente il 20,8%. L’Italia si è posizionata a metà strada con una percentuale del 32,1%. 

Nel 2020, in media, sono stati raccolti 10,3 kg di rifiuti elettronici ed elettronici per ogni abitante nell’UE. Questi dati evidenziano la necessità di un approccio più uniforme e sostenibile al riciclo dei rifiuti elettronici nell’Unione Europea. Una gestione oculata dei rifiuti elettronici è fondamentale per diverse ragioni. Innanzitutto, i dispositivi elettronici gettati contengono materiali potenzialmente dannosi per l’ambiente e la salute. Per affrontare questa problematica, l’UE ha adottato normative che vietano l’uso di alcune sostanze chimiche pericolose, come il piombo, al fine di evitare che i rifiuti elettronici diventino una fonte di inquinamento. Inoltre, molte delle moderne tecnologie dipendono da minerali rari, spesso estratti da Paesi con problemi di diritti umani e sfruttamento dei minori. L’UE ha introdotto regolamenti che obbligano gli importatori europei di questi minerali a verificare l’origine etica dei loro fornitori per evitare il sostegno involontario a conflitti armati e pratiche crudeli.

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Gli sforzi dell’UE per ridurre i rifiuti elettronici

L’UE sta adottando misure concrete per affrontare il problema dei rifiuti elettronici. Nel marzo 2020, la Commissione europea ha presentato il Piano d’Azione per l’Economia Circolare (PAEC), che include obiettivi chiave, come l’incentivazione delle pratiche di riutilizzo, l’introduzione di un caricabatterie universale e l’istituzione di un sistema di premi per incentivare il riciclo e/o la riduzione dei rifiuti elettronici. In particolare, entro la fine del 2024, l’USB di tipo C diventerà lo standard per la maggior parte dei dispositivi elettronici nell’UE, promuovendo la compatibilità con vari dispositivi e, di conseguenza, la riduzione dei rifiuti. Nel marzo 2023, la Commissione europea ha anche proposto il diritto alla riparazione, che favorirebbe la riparazione dei prodotti da parte dei venditori, rendendola più economica e sostenibile. L’applicazione di tali “buone pratiche” è fondamentale per promuovere una gestione più sostenibile dei rifiuti elettronici.

Il ruolo del Parlamento Europeo

Il Parlamento europeo ha svolto una funzione significativa nell’adozione di misure per affrontare la questione dei rifiuti elettronici. Nel febbraio 2021, ha votato a favore del nuovo piano d’azione per l’economia circolare, che mira a raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale e priva di sostanze tossiche entro il 2050. Questo disegno include anche obiettivi vincolanti entro il 2030 sull’impronta ecologica dei materiali e norme più severe sul riciclo. Il Parlamento europeo gioca così un ruolo cruciale nel plasmare il futuro sostenibile dell’UE e nell’attuare gli obiettivi di gestione sostenibile dei rifiuti elettronici.

La consultazione sulla Direttiva RAEE

A giugno 2023, la Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica sulla direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Questa consultazione mira a raccogliere il parere dei cittadini e delle parti interessate riguardo alla direttiva RAEE, adottata per la prima volta nel 2002 e rivista nel 2012 alla luce delle nuove sfide come l’accesso alle materie prime essenziali, l’aumento dei consumi e la digitalizzazione. La Commissione chiede pareri sull’individuazione delle apparecchiature contenenti materie prime critiche e sulle pratiche di riciclo esistenti per queste materie. La valutazione permetterà di identificare le carenze nell’attuazione e nel rispetto della direttiva. In base ai risultati, la Commissione potrebbe stabilire di rivedere la direttiva per affrontare le sfide attuali in modo più efficace. La consultazione resterà aperta fino a fine settembre 2023.

In conclusione, i rifiuti elettronici rappresentano una significativa sfida per l’UE. Tuttavia, con misure concrete, regolamenti efficaci e un crescente impegno, l’Unione Europea sta lavorando per una gestione più sostenibile di questi rifiuti, contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente e al miglioramento delle condizioni di vita per tutti i cittadini europei. La consultazione sulla direttiva RAEE, ad esempio, rappresenta un passo importante verso l’adozione di politiche più efficaci per affrontare questa problematica in rapida crescita. Siamo tutti chiamati a contribuire a un futuro più ecologico attraverso il riciclo responsabile e la gestione sostenibile dei rifiuti elettronici.

Link alle fonti:

https://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/society/20201208STO93325/rifiuti-elettronici-nell-ue-dati-e-cifre-infografica

https://italy.representation.ec.europa.eu/notizie-ed-eventi/notizie/zero-rifiuti-al-una-consultazione-sui-rifiuti-di-apparecchiature-elettriche-ed-elettroniche-2023-06-16_it

Pannello fotovoltaico
6 Luglio 2023

RAEE fotovoltaici incentivati, prorogata al 30 giugno 2024 la scadenza per aderire ad un Sistema Collettivo

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto Enti pubblici e proroghe, in vigore da oggi, 6 luglio 2023, la scadenza per comunicare al GSE l’adesione ad un Sistema Collettivo per garantire il fine vita dei pannelli fotovoltaici incentivati in Conto energia è stata prorogata al 30 giugno 2024, offrendo ai proprietari di impianti fotovoltaici una maggiore flessibilità. La modifica è stata introdotta con l’inserimento nel decreto legge del comma 2-quater all’articolo 6.

La proroga dimostra grande attenzione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica riguardo il tema rifiuti fotovoltaici, che necessitano di un trattamento adeguato, sicuro e conforme alle leggi vigenti. La gestione corretta e responsabile dei pannelli fotovoltaici alla fine del loro ciclo di vita è un aspetto cruciale per assicurare la sostenibilità ambientale della transizione energetica nel nostro Paese.

Consorzio Eco-PV intende essere un punto di riferimento per coloro che registrano il proprio impianto e hanno bisogno di garantire la corretta gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici. In qualità di Sistema Collettivo autorizzato al trattamento dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), Consorzio Eco-PV mette a disposizione il Portale Trust, accessibile a tutti i Soggetti Responsabili di impianti incentivati in Conto Energia. Attraverso questa piattaforma, è possibile registrare i propri moduli e ottenere servizi aggiuntivi inclusi nella garanzia: l’utente sarà subito esonerato da ogni responsabilità legata alla gestione dei pannelli a fine vita e potrà detrarre fiscalmente la quota versata.

Affidarsi al Consorzio Eco-PV e al suo Portale Trust consente di adempiere agevolmente agli obblighi normativi, contribuendo alla sostenibilità del settore fotovoltaico grazie a una gestione responsabile del ciclo di vita dei pannelli. Insieme, possiamo contribuire ad un futuro energetico pulito e sostenibile per le generazioni a venire.

Consulta qui il testo del decreto legge.

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22 Maggio 2023

Progettualità e futuro nel Rapporto nazionale sull’economia circolare 2023

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L’aggiornamento sullo “stato di salute” dell’economia circolare in Italia è stato presentato a Roma il 16 maggio scorso con l’edizione 2023 a cura del Circular Economy Network in collaborazione con ENEA e con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I lavori sono stati aperti da Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e hanno partecipato, tra gli altri, Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Roberto Morabito, Direttore Dipartimento sostenibilità sistemi produttivi e territoriali ENEA, Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Barbara Clementi, Dirigente Divisione Economia Circolare, DG per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese, Ministero Imprese e Made in Italy, Katia Da Ros, Vicepresidente Ambiente – Confindustria, Stefano Ciafani, Presidente Legambiente, Giorgio Graziani, segretario Confederale CISL.

Circolarità

In evidenza, tra i dati più significativi, c’è la diminuzione del tasso di circolarità nell’economia mondiale che negli ultimi cinque anni è passata dal 9,1% al 7,2. L’Italia conserva il suo posto di Paese più circolare d’Europa ma negli ultimi cinque anni sta perdendo posizioni mentre altri Stati accelerano. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è al 18,4%, il più alto della media UE (11,7% nel 2021, ultimo dato disponibile), ma era 20,6% nel 2020 e 19,5% nel 2019. Per la produttività delle risorse l’Italia è – insieme alla Francia – davanti alle altre principali economie europee con 3,2 euro generati per ogni kg di materiale consumato e in testa con il 72% anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani. La classifica complessiva di circolarità nelle principali cinque economie dell’Unione europea (Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna) è basata su sette indicatori: tasso di riciclo dei rifiuti, tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo, produttività delle risorse, rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali, quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia, riparazione, il consumo di suolo.  Dato che l’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali l‘anno, accelerare la transizione all’economia circolare contribuirebbe a migliorare le condizioni ambientali poiché l’estrazione di materiale vergine potrebbe diminuire di oltre un terzo (-34%) e le emissioni di gas serra si ridurrebbero contenendo l’aumento della temperatura globale entro i 2°C e salvaguardando insostituibili ecosistemi fondamentali per la vita del Pianeta, ma anche portando consistenti benefici economici (le strategie mirate al recupero di materia ed energia hanno un comprovato effetto deflattivo).

Rifiuti ed energia

La percentuale di riciclo dei rifiuti nel 2020 è stata del 53% in Europa e del 72% in Italia, uno dei tassi di riciclo più alti nell’UE. Rispetto alle altre principali economie europee, l’Italia nel 2020 ha consolidato il suo primato, superando di circa 17 punti la Germania. Il tasso di crescita negli ultimi dieci anni è invariato per l’UE, mentre è salito di +8% in Italia e +3% in Spagna. Per quanto riguarda i valori pro capite, è prima l’Italia con ben 969 kg/abitante l’anno avviati a riciclo, seguono Germania (921), Polonia (726), Francia (625) e Spagna (472). Meno positivo per il Belpaese l’andamento del tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo (il rapporto tra l’uso circolare di materia e l’uso complessivo, cioè da materie prime vergini + materie riciclate). Nell’UE nel 2021 questo valore è stato in media dell’11,7%, – 0,1% rispetto al 2020. Per la prima volta l’Italia nel 2021 ha subito un calo, attestandosi al 18,4% (2,2% in meno rispetto all’anno precedente), perdendo il primato tra le cinque principali economie europee, superata dalla Francia, in testa con 1,4 punti % in più. Nel 2021 in media, in Europa, a parità di potere d’acquisto, per ogni kg di risorse consumate vengono generati 2,1 euro di PIL. Anche per questo indicatore l’Italia (-7% nell’ultimo biennio) è stata raggiunta dalla Francia: ambedue sono a 3,2 €/kg. Seguono Germania (2,7 €/kg) e Spagna (2,6 €/kg), mentre staccata è la Polonia (0,8 €/kg).

L’Italia che ripara

Nel 2020 l’Italia, con quasi 24.000 aziende che svolgono attività di riparazione, è al terzo posto tra le cinque economie più importanti d’Europa, dietro alla Francia (35.300 imprese) e alla Spagna (29.100). Negli ultimi dieci anni, però, le nostre aziende sono diminuite: 2.622 in meno rispetto al 2011, quasi -10%. Calano anche in Polonia, mentre crescono in Spagna, Francia e Germania. Se si considera il valore della produzione generato dalle aziende, in Italia supera i 2,1 Mld€ (+122 M€ circa rispetto al 2011), dietro alla Francia (4,5 Mld€), a pari merito con la Spagna e davanti alla Germania (2 Mld€). Gli addetti nelle imprese di riparazione operanti in Italia nel 2020 sono quasi 10.800 (in calo di circa 1.500 rispetto al 2019 e di 2.300 circa sul 2011), mentre Germania, Spagna e Francia impiegano un numero di addetti più che doppio rispetto all’Italia.

Materie prime

“L’Italia importa oltre il 99% di materie prime critiche, mostrando una dipendenza dall’estero ancora più drammatica di quella europea – ha sottolineato Roberto Morabito, direttore del Dipartimento ENEA di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali – Questi materiali sono fondamentali per le filiere hi-tech più legate alla transizione energetica, circolare, digitale e alla qualità della vita in generale. A seguito delle emergenze degli ultimi anni, la richiesta di materie prime a livello globale si è bruscamente impennata, così come il loro prezzo, determinando un aumento del rischio di approvvigionamento con conseguente impatto negativo sulla competitività delle nostre filiere produttive, che rappresentano oltre il 30% del PIL nazionale. Per un Paese come l’Italia, decisamente più povero di materie prime rispetto ai principali competitor, è ineludibile puntare sulla circolarità, dall’eco-design dei prodotti al recupero e riciclo, sfruttando le nostre miniere urbane, che sono la fonte potenziale di materie prime critiche più prontamente accessibile”.

Come stanno cambiando i consumi in Italia

Quest’anno il rapporto è accompagnato da un’indagine Legacoop-Ipsos sugli stili di consumo, che conferma l’interesse degli italiani per l’economia circolare. Il sondaggio è stato illustrato da Mattia Granata, Centro studi Legacoop, con Simone Gamberini, Presidente Legacoop, che hanno dialogato delle scelte dei consumatori con Marco Frey, Professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa. Tra i dati più interessanti emersi si segnala che il 45% degli intervistati negli ultimi 3 anni ha acquistato un prodotto usato, il 36% un prodotto rigenerato o ricondizionato. La sharing economy piace ai giovani: nella fascia di età 18-30 anni emerge infatti una predilezione per leasing, noleggio o soluzioni in condivisione (+ 10-11%). Gli under 30, però, sono i più scettici circa le proposte per incentivare un approccio più circolare alle scelte d’acquisto e hanno poca fiducia nella capacità di migliorare la governance del settore. Inoltre, l’80% delle persone intervistate pensa che ridurre il packaging sia molto importante.

Considerazioni

Il difficile contesto internazionale dell’ultimo anno, segnato dalla guerra in Ucraina, ha reso ancora più evidente la necessità per l’Europa e per l’Italia di velocizzare la transizione verso l’economia circolare, per ragioni non solo di carattere ambientale ed economico, ma anche geopolitico. “Occorre accelerare, anche per combattere l’inflazione: se il costo delle materie prime e delle risorse aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi – ha dichiarato Edo Ronchi, presidente del Circular economy network (CEN) – In particolare, come Circular Economy Network, chiediamo di rispettare il cronoprogramma di attuazione della Strategia nazionale per l’economia circolare e recepire tempestivamente le misure europee, rafforzare il sostegno alle imprese, prevedere misure di fiscalità ecologica nella legge delega. È necessario inoltre sviluppare l’economia circolare delle materie prime critiche, garantire la realizzazione degli impianti previsti dal PNRR, accelerare i tempi di realizzazione degli impianti di riciclo e dei ‘progetti faro’ già finanziati, per colmare il gap tra Centro-Sud e Nord e garantire un’adeguata dotazione impiantistica. Sui rifiuti è essenziale dare piena attuazione al Programma nazionale di gestione dei rifiuti, aggiornare entro fine anno i Piani regionali per raggiungere gli obiettivi di riciclo e riduzione dello smaltimento in discarica previsti dalle direttive UE, accelerare e semplificare le normative sull’End of Waste, sviluppare la simbiosi industriale, nonché adottare il programma nazionale di prevenzione dei rifiuti”.

www.fondazionesvilupposostenibile.org

www.circulareconomynetwork.it

Impianto fotovoltaico
2 Maggio 2023

Gestione RAEE fotovoltaici incentivati: possibilità rateizzazione e proroga del termine

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Con il più recente aggiornamento del D.Lgs. n. 49/2014 attuata dal decreto legge per l’attuazione del PNRR (n. 13/2023), la garanzia finanziaria che i Soggetti Responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati possono versare nel Trust – nel caso di adesione a uno dei sistemi collettivi riconosciuti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica come, per esempio, Consorzio Eco-PV – può essere interamente versata in un periodo massimo di cinque anni dalla data di sottoscrizione del relativo contratto, che ne definisce la quota annuale.

Lo stabilisce l’articolo 49, comma 6-bis, del decreto legge, entrato in vigore lo scorso 22 aprile con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del provvedimento.

Lo stesso comma prevede che sia il Gestore dei servizi energetici (GSE) a provvedere alla corresponsione delle eventuali annualità non versate, per mezzo della riduzione dalle tariffe incentivanti e il contestuale trasferimento al sistema collettivo segnalante, secondo le modalità e le tempistiche definite nell’ambito delle istruzioni operative del Gestore.

Ancora, il decreto Milleproroghe (n. 198/2022), entrato in vigore il 28 febbraio 2023 con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del provvedimento, ha prorogato il termine entro cui gli stessi Soggetti Responsabili dovranno comunicare al GSE l’avvenuta adesione a un sistema collettivo con l’obiettivo di prestare la garanzia finanziaria per la gestione dei rifiuti che derivano da moduli fotovoltaici (RAEE) incentivati. Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici incentivati in Conto Energia di potenza nominale superiore o uguale a 10 kW (impianti professionali), entrati in esercizio negli anni dal 2006 al 2012 e per i quali è già stato avviato il processo di trattenimento delle quote a garanzia, il termine è fissato al 30 giugno 2023.

Lo stesso termine si applica agli impianti di potenza nominale inferiore a 10 kW (impianti domestici) entrati in esercizio negli anni dal 2005 al 2009, mentre restano invariate le tempistiche di comunicazione dell’adesione previste per le altre tipologie di impianto. In particolare, per gli impianti di tipologia professionale entrati in esercizio nel corso del 2013, la scadenza è fissata all’ultimo trimestre del 2023.

Per scaricare il testo del Decreto, clicca qui

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28 Ottobre 2022

Gestione RAEE fotovoltaici: quali sono le novità in materia

ecopv News

Negli ultimi tempi si sta assistendo al progressivo incremento di energie rinnovabili. Tra queste c’è il fotovoltaico che ormai, da anni, continua a registrare un trend più che positivo. Basti pensare che nel 2021 il solare ha coperto il 22% dell’energia elettrica prodotta da FER, secondo solo all’idroelettrico che si è attestato al 39% (dati GSE). Con la rapida diffusione di installazioni fotovoltaiche, dunque, è sorto il problema del loro trattamento a fine vita. Cosa fare quando un impianto smette di funzionare o viene dismesso? Quali sono gli obblighi normativi che il proprietario o il produttore dei moduli devono rispettare? La gestione dei RAEE fotovoltaici si rivela un argomento spinoso e poco chiaro, ma fondamentale da conoscere per tutti gli operatori del settore.

Gestione RAEE fotovoltaici: il contesto normativo

Dal 12 aprile 2014 i moduli fotovoltaici giunti a fine vita sono classificati come RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), rientrando nella categoria R4. In quanto tali, e ai sensi del Decreto RAEE, i costi per il loro ritiro, trasporto e trattamento sono a carico del produttore che li ha immessi sul mercato, tenuto a versare per ciascun modulo la quota di contributo ambientale a un Sistema Collettivo riconosciuto dal MITE che ne garantisca l’avvio a riciclo. Per gli impianti entrati in funzione prima di tale data, invece, la spesa per le attività di gestione a fine vita ricadono sul proprietario dei moduli fotovoltaici dismessi.

Per gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio fino al 30/06/2012 e incentivati in I, II, III e parte del IV Conto Energia, non era prevista alcuna copertura finanziaria per l’avvio a riciclo dei moduli dismessi. Per quelli avviati dopo la suddetta data, e incentivati in IV e V Conto Energia, il GSE aveva disposto per il produttore il versamento di una garanzia finanziaria irrisoria (almeno 1€ per un modulo del peso di 20 kg), dunque insufficiente per sostenere i costi reali di riciclo dei RAEE.

Lo Stato ha cercato quindi di risolvere la questione introducendo il meccanismo della trattenuta dalle tariffe incentivanti: il GSE “congela” dall’incentivo erogato al Soggetto Responsabile una cauzione per ogni modulo incentivato, da restituire una volta accertato il corretto riciclo. Per le installazioni professionali, di potenza uguale o superiore ai 10 kW, viene trattenuto un importo di 10 euro a modulo a partire dall’undicesimo anno di vita dell’impianto; per quelle domestiche (e cioè con potenza inferiore ai 10 kW) la quota è la medesima, e viene congelata in un’unica soluzione a partire dall’undicesimo anno di erogazione dell’incentivo.

Tale meccanismo, tuttavia, non viene considerato né sufficiente né garante a scongiurare le attività illecite di gestione rifiuti da parte di operatori poco professionali. Ecco perché, con l’introduzione del d.lgs. 118/2020, è stata proposta una soluzione alternativa ai Soggetti Responsabili, che dà la possibilità di versare la garanzia finanziaria direttamente nel trust di un Sistema Collettivo riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica). Si tratta di un fondo vincolato in cui accantonare, per ogni modulo incentivato, i 10 euro necessari alla gestione del loro fine vita.  Le modalità di adempimento a un Sistema Collettivo sono regolamentate dalle Istruzioni Operative del GSE che, emanate nella prima versione a dicembre 2015, sono state aggiornate a luglio 2022.

Le novità delle Istruzioni Operative del GSE

Quali sono le principali novità introdotte dalle ultime Istruzioni Operative del GSE in merito alla gestione dei RAEE fotovoltaici? Vediamole.

  • Garanzia finanziaria unificata

La quota di garanzia finanziaria a copertura dei costi di gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici incentivati, sia essa trattenuta dal GSE che versata in un trust di un Sistema Collettivo, è stata unificata a 10 euro/modulo, sia per installazioni domestiche che per quelle professionali.

  • Nuove tempistiche di adesione al Sistema Collettivo

Nel caso in cui il Soggetto Responsabile di un impianto scelga di prestare la garanzia finanziaria nel trust di un Sistema Collettivo, ha tempo entro la fine del 2022.

  • Inclusione IV e V Conto Energia

Il meccanismo della trattenuta del GSE, o il versamento della garanzia finanziaria nel trust di un Sistema Collettivo, deve essere applicato a tutti gli impianti fotovoltaici incentivati, inclusi quelli in IV e V Conto Energia.

GSE o Sistema Collettivo?

Stabilendo l’equivalenza tra l’importo di garanzia finanziaria trattenuto dal GSE e la quota versata nel trust di un Sistema Collettivo, potrebbe risultare poco chiaro quale delle due opzioni sia effettivamente più vantaggiosa. Occorre specificare che il Soggetto Responsabile di un impianto, nel caso in cui scegliesse di farsi trattenere la garanzia finanziaria dal GSE, dovrà poi provvedere in totale autonomia al trattamento dei RAEE fotovoltaici, rispondendone economicamente e legalmente. Inoltre, le quote congelate gli verranno restituite al termine del periodo di incentivazione dell’impianto, e solo nel caso in cui tutta la documentazione fornita al Gestore sia corretta. Accantonando la garanzia finanziaria in un trust, invece, sarà direttamente il Sistema Collettivo prescelto a occuparsi del fine vita dei moduli, garantendone un avvio a riciclo sostenibile, rispettoso nelle normative vigenti e con costi certi.

È il caso, ad esempio, di Eco-PV, uno dei primi Sistemi Collettivi ad essere riconosciuto idoneo alla gestione dei RAEE fotovoltaici. “Garantendo il fine vita dei moduli fotovoltaici nel nostro trust – spiega il direttore tecnico Luigi Zen – il Soggetto Responsabile non dovrà pensare a nulla. Dovrà semplicemente contattare Eco-PV quando vorrà dismettere i moduli fotovoltaici garantiti”. Sarà direttamente il Consorzio, infatti, a occuparsi del ritiro, trasporto e trattamento dei RAEE, attività per le quali non dovrà essere versato alcun importo aggiuntivo dal Soggetto Responsabile. Quest’ultimo, inoltre, riceverà un certificato di manleva dalle responsabilità relative alle attività di gestione del fine vita dei moduli fotovoltaici: Eco-PV è il primo e per ora l’unico Sistema Collettivo a rilasciare tale documento.

“Con noi – aggiunge Zen – il Soggetto Responsabile evita una doppia spesa: quella derivante dalle trattenute del GSE, rimborsata al termine della vita utile dell’impianto, e quella necessaria per il ritiro, trasporto e trattamento dei RAEE fotovoltaici, attività che, nel caso di mancata adesione a un Sitrema Collettivo, dovranno essere seguite da operatori terzi”.

I dubbi dei Soggetti Responsabili

Il tema della gestione dei RAEE è di primaria importanza per il Ministero e per il GSE. Lo evidenziano le continue revisioni di normative e regolamenti nell’arco degli anni, che spesso però finiscono per creare ancora più confusione negli operatori del settore. In particolare, si evidenziano due importanti criticità in materia. La prima, è legata a una disinformazione diffusa tra i Soggetti Responsabili degli impianti fotovoltaici incentivati, spesso ignari degli obblighi normativi e ai sensi ai quali sono tenuti a rispondere per la gestione a fine vita di moduli fotovoltaici. L’altra, riguarda la sensazione che la scelta di aderire al trust possa infastidire o danneggiare il GSE. In realtà è proprio il Gestore a farsi promotore dei vantaggi offerti dal d.lgs. 118/2020.

“La garanzia finanziaria immobilizzata nel trust – conclude Zen – costituisce una maggiore sicurezza per lo Stato sulla gestione certa e a norma di legge dei RAEE fotovoltaici incentivati e quindi, sulla salvaguardia dell’ambiente”. 

Gestione RAEE fotovoltaici: serve un iter più snello

La vita media di un impianto fotovoltaico si attesta tra i 20 e i 25 anni. Considerando che il Primo Conto Energia ha avuto luogo nel 2005, molte installazioni presenti sul nostro territorio stanno raggiungendo il fine vita o la fine del periodo di incentivazione. Secondo Davide Valenzano, Responsabile degli Affari Regolatori del GSE, la disciplina dei RAEE incentivati in Conto Energia impatta su oltre 84 milioni di moduli, installati su 550.000 impianti. Numeri importanti, che sottolineano la necessità di rendere l’iter operativo e burocratico legato alla gestione dei rifiuti fotovoltaici più semplice, chiaro, snello e fruibile.

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29 Settembre 2022

Gestione RAEE fotovoltaici, come risparmiare tempo e denaro

ecopv News

Esiste uno strumento semplice, economico ed efficiente per gestire il fine vita dei moduli fotovoltaici. È il servizio offerto da Eco-PV, Sistema Collettivo che affianca gestori di impianti e produttori di AEE nell’adempimento degli obblighi normativi, in tempi certi e rapidi. Garantendo anche lo smaltimento dei RAEE fotovoltaici in impianti ad hoc.

Come gestire i RAEE fotovoltaici in modo semplice ed economico? A chi affidarsi con sicurezza senza temere di incappare in errori burocratici o iter complessi? Come avere la certezza che i propri moduli dismessi vengano realmente inseriti in una filiera circolare virtuosa? Per i gestori di impianti sapersi orientare nel settore è fondamentale, soprattutto alla luce delle ultime modifiche normative. In aiuto arriva Eco-PV, Sistema Collettivo italiano specifico per il settore fotovoltaico, tra i primi a essere autorizzato dal GSE e dal MITE alle attività di raccolta e riciclo di moduli a fine vita. Una realtà con ben 10 anni di esperienza alle spalle, oggi al servizio dei Soggetti Responsabili di impianti incentivati in Conto Energia ma anche dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE).

Per comprendere i vantaggi offerti agli operatori dall’adesione a Eco-PV è necessario fare qualche passo indietro.

Riciclo fotovoltaico, la normativa e gli obblighi di settore

La diffusione del solare fotovoltaico è cresciuta a ritmi senza precedenti dall’inizio degli anni 2000 a oggi. Ma con l’aumento del mercato globale, anche il volume dei moduli dismessi è andato lentamente crescendo. La grande onda di RAEE fotovoltaici, almeno in Italia, è attesa tra il 2029 e il 2032, quando arriveranno a fine vita circa 83 milioni di pannelli. Un momento cruciale che non dovrebbe però cogliere il nostro paese impreparato. L’Italia, come il resto degli Stati Membri dell’Unione Europea, ha precisi obblighi di riciclo fotovoltaico definiti fin dal 2012 dalla Direttiva RAEE. Un provvedimento unico al mondo, che ha richiesto una percentuale di raccolta per tutti i RAEE dell’85% a partire dal 2019 e un tasso di recupero per i moduli fotovoltaici dell’85% a partire dal 2018.

L’ordinamento italiano ha recepito la direttiva UE due anni dopo con il D.Lgs. 49/2014, definendo una serie di istruzioni operative per il trattamento e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici dismessi dagli impianti incentivati. In base alle regole nazionali, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) trattiene dagli incentivi erogati in Conto Energia una quota di garanzia finanziaria finalizzata ad assicurare la copertura dei costi di gestione dei RAEE fotovoltaici, che viene restituita una volta accertato l’adempimento degli obblighi normativi. Dal 2020, per il detentore – il “Soggetto Responsabile – di impianti incentivati in Conto Energia, è stata introdotta l’opportunità di evitare il meccanismo della trattenuta, versando la garanzia finanziaria direttamente nel fondo fiduciario (trust) di uno dei Sistemi Collettivi riconosciuti e autorizzati dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE) e dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) alla gestione dei RAEE fotovoltaici.

A luglio 2022, le “Istruzioni Operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati” del GSE hanno subito un aggiornamento. Le principali novità? L’importo della quota trattenuta dal GSE o versata dal Soggetto Responsabile a garanzia delle operazioni di smaltimento è stato uniformato al valore di 10 euro per tutte le tipologie di moduli fotovoltaici di impianti incentivati in Conto Energia, dal I al V inclusi. Non solo. Il documento ha introdotto nuove tempistiche e modalità per aderire a un Sistema Collettivo di gestione e smaltimento dei RAEE fotovoltaici. “Questo – ha spiegato il Ministero della Transizione Ecologica – anche per consentire l’esercizio dell’opzione di versamento anche agli impianti del IV e V Conto Energia, come richiede la normativa”. L’adesione prevede quindi che ogni modulo incentivato sia coperto da una garanzia finanziaria di 10 euro, che dovrà essere effettuata entro l’ultimo trimestre del 2022.

Gestione RAEE fotovoltaici, perché scegliere Eco-PV

Se il Soggetto Responsabile non sceglierà di versare la garanzia finanziaria nel trust di un Sistema Collettivo autorizzato, il GSE continuerà o inizierà a trattenere la quota dalle tariffe incentivanti, come previsto dalla normativa. In caso di avvio a riciclo dei moduli dismessi per raggiunti limiti di età dell’impianto, sostituzione parziale o semplicemente per operazioni di miglioramento delle performance (revamping), il detentore dovrà quindi provvedere in proprio a gestire i RAEE fotovoltaici generati. Con l’obbligo, ovviamente, di presentare al GSE tutta la documentazione attestante l’avvenuto trattamento e smaltimento e con tutti i rischi in materia ambientale che la gestione autonoma comporta. Come enunciato nelle Istruzioni Operative, infatti, il Soggetto Responsabile risponderà in prima persona della gestione dei rifiuti e, in caso di documentata correttezza della stessa, otterrà la restituzione delle somme trattenute a garanzia solamente al termine della vita utile dell’impianto.

L’alternativa più semplice offerta dalla normativa è rivolgersi a una realtà con ben 10 anni di esperienza alle spalle, nata esattamente con questo scopo. Eco-PV, riconosciuto e autorizzato dal Ministero della Transizione Ecologica, è il primo Sistema Collettivo italiano specifico per la gestione e il riciclo di moduli fotovoltaici, idoneo all’immobilizzo nel proprio trust sia della garanzia finanziaria versata dai Soggetti Responsabili di impianti incentivati, sia di quella dovuta dai produttori di moduli.

Eco-PV opera in una filiera trasparente e assicura un servizio rapido, efficiente, puntuale su tutto il territorio nazionale, occupandosi anche della relativa documentazione. Al centro della gestione dei moduli prima, e dei RAEE fotovoltaici dopo, c’è il Trust Eco-PV, una vera e propria cassaforte “trasparente” e impignorabile. Per semplificare l’operazione di versamento della garanzia finanziaria nel fondo, Eco-PV ha messo a disposizione un sito internet (www.trusteco-pv.com) semplice e gratuito che permette di seguire l’iter in maniera estremamente semplice. Accedendo all’area dedicata i Soggetti Responsabili potranno iscriversi, registrare i moduli costitutivi dell’impianto e versare per ciascuno di essi la garanzia finanziaria richiesta, al costo di 10 euro a modulo. A differenza del GSE, che comporta una doppia spesa dovuta sia alla trattenuta della quota, sia ai costi di gestione autonoma del fine vita dei moduli fotovoltaici, Eco-PV nei soli 10 euro include tutte le operazioni di ritiro, trasporto e trattamento dei RAEE fotovoltaici, assicurandone il conferimento presso impianti autorizzati e la tracciabilità online. Inoltre, l’importo versato è anche detraibile ai fini fiscali.

Non solo: Eco-PV si fa carico di ogni responsabilità operativa e burocratica sulla gestione del fine vita dei moduli, provvedendo anche alla compilazione della documentazione necessaria. In questo modo, il Soggetto Responsabile viene esonerato da qualsiasi onere nei confronti del GSE e dal rischio di eventuali trasgressioni delle normative ambientali. Eco-PV offre inoltre numerosi servizi complementari, come ad esempio l’analisi e la mappatura dell’impianto fotovoltaico, la lettura dei numeri di serie dei moduli o la preparazione dei bancali per il ritiro. Consentendo ai propri consorziati e clienti una gestione dei RAEE fotovoltaici economica, trasparente, puntuale e senza preoccupazioni.

A cura di Rinnovabili.it

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